C'è chi se li ricorda ancora gli scontri tra inglesi, isolani e la polizia. L'Italia pensava alle "notti magiche" degli azzurri e guardava con timore all'arrivo dei tifosi inglesi confinati, non per caso, nella bella Sardegna circondata dal mare. E c'è chi si ricorda ancora Inghilterra - Olanda, partita ad alto rischio disputatisi al Sant'Elia di Cagliari con di fronte la crema della crema delle teste calde, inglesi e olandesi. La cronaca di quei giorni e di quella serata mondiale la ritrovate qui sotto negli articoli dell'inviato di Repubblica nel capoluogo cagliaritano.
GLI HOOLIGANS SCATENANO IL TERRORE
17 giugno 1990 —
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CAGLIARI Olanda-Inghilterra, ore 18. Da mezz' ora i cancelli
dello stadio Sant' Elia sono aperti. Fra tre ore comincia la partita
più a rischio di tutto il mondiale. A rischio hooligans. Cagliari
adesso è una città in assoluto stato d' assedio. Alla stazione
ferroviaria bivaccano centinaia di tifosi inglesi. Volti tesi. Sono
stufi d' essere demonizzati: Polizia, giornalisti, ci avete rotto le
scatole, fate schifo, dicono in molti. Sono arrabbiati. Si sono
contati, hanno scoperto di essere in inferiorità numerica.
Apparentemente, i rivali olandesi sono dieci volte tanto. La polizia e i
carabinieri controllano a vista ogni gruppo. Transenne ovunque.
Percorsi obbligati per i supporters delle due squadre. I pullman coi
tifosi inglesi devono raggiungere il parcheggio containers in località
Su Siccu. Gli olandesi, invece, il parcheggio Cuore di piazzale Marco
Polo. Ore 18,10. Trecento tifosi inglesi stanno marciando verso lo
stadio. Sono scortati a distanza dalla polizia. Hanno scelto viale
Diaz, ma questo tragitto è off limits per loro. Forse non lo sapevano.
Un urlo: bastardi Non gliel' avevano detto prima. Comunque, un
carabiniere li vede, li invita a cambiare itinerario, cerca di
bloccarli all' angolo fra via Bottego e la via del cimitero, proprio
davanti all' Hotel Mediterraneo. Gli inglesi non ne vogliono sapere di
tornare indietro. Urlano, gridano bastards!, la loro è una autentica,
incontrollata esplosione di furore. Non ne possono più di tutti questi
controlli, dei divieti, forse pensano d' essere per l' ennesima volta
maltrattati, discriminati, come gli è successo in tutti questi giorni.
L' alt del carabiniere è la classica goccia che fa traboccare il vaso.
La scintilla che tutti temevano. Che si sperava non s' accendesse.
Quello che invece aspettavano gli hooligans mischiati ai tifosi
normali. Perché sono hooligans gli scalmanati che davanti al gruppo
degli inglesi, gridano e minacciano sfracelli. Sono loro che scatenano
la guerra. E' un attimo: d' improvviso volano sassi, lattine, bottiglie
di vetro, mattoni rubati da un vicino cantiere. Il traffico
impazzisce. La colonna d' auto diretta al Sant' Elia va in tilt.
Fuggi-fuggi dei passanti.
I baristi della pasticceria Mediterraneo
abbassano precipitosamente le saracinesche. Dall' albergo si
precipitano fuori i cameramen e gli operatori della Bbc e della Rai. I
tifosi di Sua Maestà stanno sopraffacendo il carabiniere, che estrae
la rivoltella e spara qualche colpo in aria a scopo intimidatorio. Ci
sono altri carabinieri, nei dintorni, ed anche molti poliziotti.
Venite, venite in fretta, ci stanno ammazzando! è l' appello via radio,
mentre sono chiamati i rinforzi. Pochi secondi, e gli inglesi sono
circondati. Tentano allora una mossa disperata: si buttano addosso alle
forze dell' ordine. La polizia carica a sua volta. Poi, una salva di
lacrimogeni. Fumo. Confusione totale. Arrivano altri pattuglioni. Nuova
carica. Scontri violentissimi. Corpo a corpo. Sopraggingono quattro,
cinque cellulari. Vengono riempiti in men che non si dica. Gli inglesi
scappano verso la scalinata della chiesa di Bonaria, verso piazza dei
Centomila, verso il quartiere di via della Pineta, dietro la Fiera. Si
raccolgono ancora una volta in formazione d' attacco, hanno intravisto
un gruppo di tifosi olandesi, stanno per aggredirlo ma poliziotti e
carabinieri con tre cariche hanno la meglio. Il bilancio è da
guerriglia urbana: 40 feriti, molti contusi. Qualche tifoso britannico
riesce ad arrampicarsi sui balconi dei primi piani. Lancio di vasi.
Caccia all' uomo. Sirene, elicotteri, ambulanze. Gli ultras inglesi
prigionieri sono deportati in un piazzalotto non lontano dal vecchio
stadio dell' Amsicora. Ai fotografi sono sequestrati i rullini. Chissà
mai perché. C' è qualcosa da nascondere nella dinamica degli incidenti?
Il questore vicario, Pitea, si affretta a comunicare che molti dei
tifosi fermati sono sprovvisti di biglietti. Un carabiniere si
allontana. Perde sangue dal mento. Per terra, un ragazzo inglese si
tampona la ferita alla tempia sinistra con il drappo dell' Union Jack.
Una signora domanda il permesso di attraversare la via: deve andare in
chiesa per la messa vespertina. Cagliari non è abituata a scene di
guerriglia. L' allarme raggiunge la zona dello stadio. Poliziotti
olandesi al megafono invitano i tifosi tulipani a non raccogliere
provocazioni, a raggiungere quanto prima i posti numerati, a mantenere
la calma. I cagliaritani solidarizzano con gli olandesi. Applausi per
un' auto con targa di Amsterdam e bandiere milaniste. Un tifoso viene
fermato ad uno degli ingressi della curva Nord. Perquisito. Ha le
tasche zeppe di petardi. Cani lupo. Cordoni di poliziotti in perfetta
tenuta antisommossa: gli ultras sfilano tra due ali di militari. Al
termine di un giorno di guerriglia il bilancio è di numersi fermi di
tifosi inglesi coinvolti negli scontri. Sei gli arrestati, tra cui un
tedesco di Monaco, Reiner Ulbrich, 33 anni, trovato con una pistola
7,65 di fabbricazione cecoslovacca con proiettili, e un minorenne
inglese, arrestato per adunata sediziosa e resistenza aggravata a
pubblico ufficiale. Non ancora chiarita, invece, la posizione di 60
hooligans rinchiusi in una scuola elementare di via Venezia, vicina al
luogo degli scontri. Telecamere a circuito chiuso controllano il flusso
delle tifoserie. I 6 mila poliziotti, carabinieri e finanzieri sono
affiancati da 1500 volontari di 22 associazioni di assistenza della
provincia di Cagliari. La Football supporters association, l'
associazione dei tifosi inglesi, si è messa a disposizione delle
autorità per facilitare i problemi logistici. Hanno aiutato persino gli
olandesi.
C' è chi distribuisce volantini pacifisti: Riavvicinamento è
amarsi di nuovo si legge in italiano ed in inglese Pace batte violenza
1-0. La gente raccoglie, legge, butta per terra. Inutile
nasconderselo: la grande paura non è tanto per l' attesa snervante
della partita. I timori sono tutti per il dopo, soprattutto dopo questi
incidenti. Paura che gli inglesi perdano il match. Allora sì che
potrebbe succedere il patatrac. Il divieto alcolico in realtà è
funzionato al 50 per cento: sui tavolini di molti bar cagliaritani,
anche ieri pomeriggio troneggiavano lattine e bottiglie di birra. Al
Poetto, la zona balneare della città, era stato trovato un camion
carico di rifornimenti per gli inglesi che soggiornavano nella zona.
Sotto i portici di via Roma, negozi chiusi, struscio dei giovani
cagliaritani, ma tutto sommato un' atmosfera greve, pesante,
preoccupante. Due giovani circolano con grossi dobermann al guinzaglio:
Vedi, che belle cicce da addentare, indicano, e le pance che segnalano
sono quelle di due grossi tifosi anglosassoni. I fotografi feriti Lo
stesso questore Pazzi aveva confermato la sua preoccupazione per l'
attività degli elementi teppisti locali, più volte individuati, in
quanto principali fomentatori degli scontri fra le opposte tifoserie
ospiti di Cagliari. Come ogni notte, ormai, da più di una settimana
anche l' altra notte ci sono stati scontri e risse. Piuttosto pesante
il bilancio: feriti fra gli altri, alcuni cineoperatori e un fotografo
del quotidiano spagnolo Diario 16. La polizia che è stata costretta ad
intervenire fino verso l' alba, ha limitato i danni. Però, la tensione
non si stemperava nemmeno in mattinata. Per fortuna, sia gli inglesi,
sia gli olandesi evitavano di prendersi a cazzotti. Inni di guerra,
canzoni irridenti, sventolare bandiere, vantare i pregi di Gullit, di
Van Basten, di Lineker. Il traffico delle auto aumentava sino all'
inverosimile, cosa che non era mai accaduta nella zona della stazione,
del porto e di via Roma. Quasi uno spettacolo fuori dell' ordinario per
i cagliaritani. E comunque la polizia ha rispedito a casa tre tifosi
inglesi, tornati con il volo diretto a Londra delle 9,50. Le aree
cosiddette di crisi sono individuate sorprattutto nella zona della
stazione ferroviaria e dell' aeroporto nonché del porto: un migliaio di
tifosi olandesi tornerà infatti in Sicilia e in continente a bordo di
traghetti e di motonavi, mentre a partire da mezzanotte una dozzina di
voli Charter è previsto dall' aeroporto di Cagliari Elmas. Ieri intanto
a Roma tre tifosi inglesi sono stati rispediti a Londra con un volo
Alitalia. Cassuel O' Brien, di 25 anni, Michael Tinkery, di 30 anni,
Andrew Carr, di 25 anni tre erano arrivati venerdì pomeriggio insieme
ad altri 13 supporter della squadra inglese. Durante il controllo
effettuato allo scalo di Fiumicino è emerso però che i tre hooligans
facevano parte dell' elenco dei tifosi a rischio messo a disposizione
della polizia italiana da Scotland Yard. Immediatamente è scattato il
provvedimento di espulsione dal nostro paese. Dopo la partita, il
deflusso dei tifosi dal catino del Sant' Elia si è svolto senza
incidenti anche se la tensione restava fortissima. Tutta la città è
stata presidiata fino all' alba.
- LEONARDO COEN
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